Emerico Amari

Nasce in Palermo il 10 maggio 1810

Muore in Palermo il 20 settembre 1870

Figlio del Conte di S. Adriano Mariano Salvatore Amari, deputato nel Parlamento siciliano del 1812, e Rosalia Baiardi, chi apparteneva alla famiglia dei Marchesi di S. Carlo. Fratello del senatore, patriota risorgimentale e grande studioso, Michele Amari.

È stato un giurista italiano antesignano della disciplina del diritto comparato, studioso di economia con interessi e competenze filosofiche; fu uno dei protagonisti del movimento politico liberale durante il Risorgimento italiano. Teologo della filosofia civile e il diritto comparato.

Nel 1848, prima della rivoluzione palermitana lui venne arrestato per comportamento liberale, e dopo venne liberato e asegnato a fare una costituzione per la Sicilia.

Collaborò a giornali di economia pubblicando, nel1857, la sua opera più importante che ebbe grande risonanza in Italia e all'estero: "La Critica di una scienza delle legislazioni comparate" dove trattava di diritto alla luce della filosofia della storia, materia di cui divenne insegnante nel 1859 presso l'Istituto di studi superiore di Firenze.

Nel 1860, dopo la fortunata impresa dei Mille di Garibaldi, tornò a Palermo ricevendo l'incarico dal governo provvisorio di trovare soluzioni che adeguassero le condizioni meridionali al resto della nazione, ma ben presto si dimise dal compito assegnatogli rendendosi conto che tutta l'impresa garibaldina si era risolta con una pura e semplice annessione della dinastia sabauda.

Dopo rifiutò le cariche pubbliche che li furono proposte, ma fu eletto deputato al primo Parlamento del Regno d'Italia. Le dimissioni presentate un anno dopo, a causa della mortale malattia del figlio Enrico, furono respinte, ma Emerico, seppure eletto ancora una volta nel 1867, si ritirò alla fine dalla vita parlamentare. Accettò invece nel 1868 la rappresentanza al Consiglio Municipale di Palermo. che tenne fino alla morte, sopravvenuta a causa di una malattia sconosciuta.